Articoli con tag evasione

Una rete da scavalcare

22 agosto 2009
Monza (Mi) – Dopo le recentissime evasioni di Bologna e Voghera, si deve registrare l’ennesima beffa. Un altro detenuto, infatti, è evaso nella giornata di ieri dalla Casa Circondariale di Monza. “Tre evasioni in pochi giorni sono davvero troppe da digerire in silenzio” afferma Angelo Urso, componente della Segreteria Nazionale della Uil Pa, dando notizia anche dell’aggressione a un agente penitenziario da parte di un detenuto nel carcere di Como. “Il detenuto evaso – riferisce il sindacato – a Monza è un extracomunitario con fine pena 2012, condannato per rapina: lavorante addetto al trasporto dell’immondizia, l’uomo ha eluso la sorveglianza di un agente mentre si trovava nella zona dell’intercinta e dopo aver scavalcato la rete che delimita l’area si è dato alla fuga”.

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Cie- 7 in fuga dal lager di Gradisca

21 agosto 2009
cie-gradiscaGorizia, Gradisca d’Isonzo – Sette immigrati sono fuggiti stamani all’alba dal Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Gradisca d’Isonzo dopo essere riusciti ad allargare, con attrezzi rudimentali, le sbarre delle loro camere.
Altri due immigrati, che stavano tentando di scappare attraverso i tetti della struttura, sono stati bloccati dalle forze dell’ordine. I sette evasi – si è appreso da fonti della Prefettura di Gorizia – sono di nazionalità algerina e tunisina e sono tuttora ricercati dalle forze dell’ordine. Prima della fuga di stamani, nel Cie di Gradisca d’Isonzo vi erano 194 immigrati a fronte di una capienza di 198 persone. Dopo le violente proteste dello scorso 9 agosto, quando un centinaio di immigrati sono saliti sui tetti della struttura e hanno danneggiato impianti e suppellettili, 30 immigrati (fra quelli considerati più pericolosi dalle forze dell’ordine) sono stati trasferiti nel Cie di Milano e nella struttura è stato adottato un regime più restrittivo.
In particolare, gli immigrati sono stati consegnati nei loro alloggi ed è stata abolita la possibilità di stare all’aperto e nelle zone comuni. Secondo la Prefettura di Gorizia, da qualche giorno la situazione appariva tranquilla al punto che si stava valutando l’ipotesi di ripristinare un regime di vita normale in vista dell’avvio del Ramadan. Dopo le fughe di stamani – hanno riferito fonti della Prefettura – tale ipotesi non è più presa in considerazione, almeno per il momento.

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Evade “collaboratore di giustizia”

20 agosto 2009
Voghera (Pv) – “È evaso un detenuto dalla Casa Circondariale di Voghera”, in provincia di Pavia. Lo riferisce, in una nota, la Uil Pa Penitenziari, specificando che si tratta di “un collaboratore di giustizia di 2° fascia, siciliano 54enne con fine pena 2015, detenuto per armi e altro, ammesso ai sensi dell’articolo 21 O.P. al lavoro esterno”.
“Da ciò che sappiamo – dichiara Angelo Urso componente della segreteria nazionale della Uil Pa Penitenziari – pare che il detenuto, ammesso al lavoro esterno nell’area demaniale dell’istituto non ha fatto rientro al termine dell’orario di lavoro. D’altro canto l’insufficienza degli organici della polizia penitenziaria costringe a determinare servizi sotto i livelli minimi di sicurezza”. Il sindacato, “nel rimettere agli Uffici competenti l’accertamento di eventuali responsabilità, non può non affermare come anche questo ennesimo evento critico tiene alta l’attenzione sul mondo penitenziario e sulle difficoltà che ne caratterizzano il periodo”.
“Ogni giorno – aggiunge Urso – il carcere assurge agli onori della cronaca a dimostrazione che gli allarmi lanciati dalla Uil negli ultimi tempi non erano infondati. Aggressioni, evasioni, proteste e rivolte – continua il sindacalista – sono la prova che la politica, senza bandiere e senza colori, deve interessarsi al sistema carcere. Occorre individuare soluzioni utili. L’attuale sovraffollamento con il trend in continua crescita determineranno a breve un grave problema di ordine pubblico e di garanzia della sicurezza sociale”.

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Una partita di calcio e via!

18 agosto 2009
Bologna – Evasione dal Pratello. Due detenuti durante l’ora d’aria sono riusciti ad evadere domenica pomeriggio dopo aver aggredito un agente penitenziario. Sono un ragazzo ghanese di 20 anni, in carcere fino al 2017 per violenza sessuale (nel carcere minorile si può rimanere almeno fino a 21 anni) e uno slavo di 17 anni condannato per furto. La notizia è stata diffusa con una nota congiunta della Cgil e del sindacato autonomo Sappe e confermata dal comandante della polizia penitenziaria. Le due organizzazioni sindacali denunciano che l’evasione è stata possibile a causa dei lavori di ristrutturazione in corso da un paio d’anni.
Una fuga preordinata. Secondo la prima ricostruzione, i due detenuti erano in un campetto di calcio ricavato nel cortile e racchiuso da una alta gabbia di ferro, a grate e quindi scalabile con una certa facilità, soprattutto da parte di giovani agili come i due fuggitivi.
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Un’evasione spettacolare

24 lug 2009
Bruges – «E’ stato come in un film». Così ha raccontato la sua avvenuta, Ludwig Louwagie, il pilota di elicottero preso in ostaggio ieri e costretto ad atterrare con il suo velivolo nel carcere di massima sicurezza di Bruges per far evadere tre detenuti.
Tutto è iniziato quando una coppia ha chiesto di fare un giro turistico in elicottero. Una volta decollati, ha raccontato il pilota, «io stesso ho mostrato ai passeggeri il carcere di Bruges e a quel punto l’uomo seduto dietro di me ha estratto una pistola puntandomela alla tempia». «Ho provato a far atterrare l’elicottero accanto al carcere», ha spiegato Louwagie, «ma la pistola mi è stata premuta con ancor più forza contro la tempia». Una volta atterrati nel cortile e caricati a bordo tre detenuti il pilota ha avvisato di non poter decollare perché era stato superato il massimo peso consentito a bordo. A quel punto, pena il fallimento dell’intera operazione, uno dei complici è stato costretto a restare a terra ed è stato arrestato. L’elicottero si è quindi diretto verso Bruxelles ed è stato abbandonato insieme al pilota nei pressi di Aalter, vicino Gand. Adesso in Belgio è caccia all’uomo.

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Evade dal minorile

15 giugno 2009
Firenze – Uno slavo di 20 anni, detenuto nell’Istituto penitenziario minorile di Firenze, è evaso intorno alle 18.30 di ieri dopo aver scavalcato il muro di cinta della struttura. Lo si è appreso oggi. Secondo quanto emerge, il giovane doveva finire di scontare una
condanna al cui termine mancavano alcune settimane; da poco era stato riportato nell’istituto, che si trova nel centro di Firenze vicino alla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, poiché era evaso dagli arresti domiciliari.

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Una mamma in libertà

19 maggio 2009
Milano – L’ultimo suo appiglio è stato un davanzale. Dal cortile è salita sopra il davanzale e l’ha usato come base di (s)lancio per arrampicarsi in cima al muro. Ha scavalcato il muro, di quattro metri, si è lasciata cadere dall’altra parte, si è trovata in strada dove la aspettava un complice su un’auto. Questa è stata l’evasione di una cilena 29enne, domenica intorno alle 15.30, dall’Icam di via Macedonio Melloni. L’Icam (“collegato” a San Vittore, di fatto un suo braccio) è un carcere meno duro, negli spazi e nella gestione della quotidianità, per le detenute con figli piccolissimi. In cortile c’erano due agenti (una donna e un uomo). Sono entrambi
corsi a bloccare le altre detenute sia mai scattasse la voglia d’emulazione. Poche ore prima la sudamericana, che per una lunga scia
di furti stava scontando una pena di anni – sarebbe uscita ad andar bene tra sconti e premi nel 2016 e in caso contrario nel 2019 – aveva lasciato il figlio al marito. I bimbi vivono con le madri da lunedì a venerdì. Il fine settimana, appunto, possono uscire dalla struttura con il papà.

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Un commando libera 54 detenuti

18 maggio 2009
Cieneguillas – Un commando armato assalta il Centro di riabilitazione sociale (Cereso) di Cieneguillas e libera 54 detenuti in Messico. I detenuti stavano tutti scontando condanne per reati connessi al crimine organizzato. Lo riferiscono fonti della polizia. Le fonti hanno precisato che intorno alle 5 locali (la mezzanotte di ieri in Italia) uomini armati di fucili mitragliatori e giunti a bordo di vari
fuoristrada hanno assaltato il Centro di riabilitazione sociale (Cereso) di Cieneguillas e hanno liberato i 54 detenuti, che stavano
tutti scontando condanne per reati connessi al crimine organizzato. Nella zona dell’evasione è da ore in corso una massiccia caccia
all’uomo per catturare i fuggiaschi: sono impegnati soldati e poliziotti, mentre sono state chiuse tutte le strade che collegano
Cieneguillas a Zacatecas, capitale dello stato, e ad altre città vicine.

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Quinta evasione da un carcere filippino

14 gennaio 2009
Filippine – Una dozzina di detenuti sono evasi ieri da una prigione nel sud delle Filippine attraverso un tunnel lungo 10 metri e largo un metro, che era sfuggito ai controlli dei responsabili del carcere. Lo riferisccono oggi fonti di polizia. Gli evasi erano quasi tutti condannati a scontare pene per omicidio e possesso illecito di armi da fuoco, mentre alcuni risultano essere militanti islamici per il gruppo integralista Abu Sayyaf. E’ la quinta evasione registrata nelle Filippine dall’inizio dell’anno, in tutto 19 detenuti erano riusciti a fuggire nei precedenti episodi del 2009.

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Il re delle evasioni

12 marzo 2003
Fresnes (F) – Una vera e propria azione di commando ha permesso di evadere di prigione ad Antonio Ferrara, 29enne di origine italiana condannato in Francia per omicidio, rapina e associazione a delinquere. «Non mi terrete chiuso a lungo». Ed è stato di parola!
Un gruppo di complici, quattro o cinque, non hanno esitato a servirsi di un bazooka per attaccare prima dell’alba il penitenziario di Fresnes (Val-de-Marne), situato a Est di Parigi, nei pressi del celebre parco di divertimenti «DisneyWorld Europe».(foto:l’esterno della prigione di Fresnes)
Un primo gruppo ha tenuto gli agenti di custodia in servizio di guardia sulle torrette esterne del carcere sotto il fuoco di fucili d’assalto cal. 7.62 per aprirsi un varco nella recinzione lanciando razzi. Un altro gruppetto, quello degli “artificeri” ha raggiunto la cella di Ferrara, nell’ala di massima sicurezza della struttura. Secondo la ricostruzione fatta da un portavoce dell’amministrazione penitenziaria, Christophe Marques, qui attraverso le sbarre hanno passato all’italiano esplosivo sufficiente a farne saltare la porta in ferro. Infine tutti insieme si sono dileguati a bordo di un’auto che li attendeva, una potente Audi a trazione integrale.
Pare si siano serviti di tre macchine, una delle quali, una Fiat è stata abbandonata sul posto. E’ stata trovata qualche macchia di sangue nelle immediate vicinanze della cella di Ferrara, segno che qualcuno del commando è rimasto ferito nella spericolata impresa. Si è trattato di un’operazione di tipo militare, compiuta con audacia e determinazione.
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Evade come pacco postale

19 novembre 2008
Willich (D) – Un detenuto di un carcere tedesco ha pensato che le poste teutoniche fossero un mezzo più efficiente e per fuggire dalla prigione di Willich si è letteralmente spedito. Il detenuto infatti si è infilato in un grosso pacco con tanto di mittente e destinatario. Lo scatolone è stato caricato insieme al resto della corrispondenza su un autocarro e così Ysar Bayrak, un trentasettenne spacciatore di droga che doveva scontare ancora tre anni, ha lasciato il complesso situato nel land del Nordreno-Westfalia. Il quotidiano tedesco «Bild» riferisce che dopo aver percorso un buon tratto di autostrada il conducente si è accorto dallo specchietto retrovisore che il telone di fondo dell’automezzo svolazzava liberamente. Ha accostato per fissarlo e si è accorto che sul pianale di carico c’era un grosso pacco di cartone aperto e vuoto. Avvertita immediatamente per telefono, la direzione del carcere ha fatto l’appello e ha scoperto che Bayrak era diventato uccel di bosco. La fuga del detenuto è stata favorita dal fatto che nel carcere di Willich, una struttura costruita oltre un secolo fa, manca l’abituale detector a raggi infrarossi, in grado di segnalare anche i battiti cardiaci di persone nascoste nei carichi in uscita. Con un certo spirito di rassegnazione la direttrice dell’istituto di pena, Beate Peters, ha spiegato che si sta indagando se il fuggiasco sia stato aiutato da alcuni complici, anche se ha dovuto ammettere che «i detenuti non sono purtroppo molto loquaci».

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Ennesima evasione ed il Sappe piange

8 luglio 2008
Imperia – Ennesima evasione (la quarta e dalla solita finestra) dal carcere di Imperia. Protagonista un giovane detenuto straniero che stava scontando una condanna a dieci anni di reclusione. La denuncia arriva dal Sappe. il sindacato autonomo e maggioritario della polizia penitenziaria. “La polizia penitenziaria è ormai allo stremo e nessuno pare che interessi tale condizione – denuncia il Sappe – c’è un disinteresse generale. Poi c’è il fatto eclatante ma nessuno si chiede perché e successo e se si poteva evitare. Basta dare sempre la colpa al collega di turno reo di fare il suo dovere senza mezzi e solo con stress causato da un super aggravio di lavoro”. La proposta “ironica” del Sappe è quella di richiedere “se il caso, lo stato di calamità. È impensabile quello che in Liguria sta accadendo nelle carceri”. Un detenuto straniero è riuscito con estrema abilità a fuggire dal carcere di Imperia, usando come via di fuga la stessa finestra usata già in una precedente evasione. Prosegui la lettura »

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Fuga per amore..della libertà

27 aprile 2008
Milano – «Non ho idea di cosa sia successo, non ho visto niente». Quando gli agenti sono entrati nella stanza al secondo piano dell’ ospedale Fatebenefratelli, reparto blindato riservato ai detenuti, hanno trovato un solo paziente. Il secondo letto era vuoto, la finestra forzata, le lenzuola annodate che penzolavano all’ esterno. Da lì, calandosi lungo il muro e precipitando poi a terra da un’ altezza di alcuni metri, è evaso un rapinatore che doveva scontare tre anni di carcere. Non si sa se qualcuno lo stesse aspettando fuori, se la fuga fosse in qualche modo programmata. In pochi minuti è scomparso, come un fantasma nella Milano semideserta e assolata del 25 aprile. Mancavano pochi minuti alle 3 di ieri pomeriggio. La spinta a rischiare un’ impresa che sembrava disperata, dice sorridendo qualcuno, potrebbe essere l’ amore. L’uomo di 24 anni, era stato arrestato a gennaio scorso. Poco prima di finire in manette, però, si era sposato. E nel giro di qualche giorno, dopo i festeggiamenti per il matrimonio, si è ritrovato nel carcere di San Vittore, con la prospettiva di rimanerci fino all’ inizio del 2011. In cella aveva iniziato a smaniare e a dare segni di squilibrio mentale, per questo lo scorso 18 aprile è stato trasferito in psichiatria al Fatebenefratelli. All’ interno dell’ ospedale i detenuti occupano una zona supercontrollata dalla polizia penitenziaria; ieri gli agenti erano al loro posto. L’ evasione è avvenuta probabilmente durante il cambio del turno. «Stiamo cercando di ricostruire l’ esatta dinamica di quel che è accaduto», spiega Luigi Pagano, responsabile delle carceri della Lombardia. Il ragazzo è un tipo atletico, spalle larghe, agile. Questo spiegherebbe come sia riuscito a forzare una finestra molto resistente, e poi a saltare giù. Il reparto detenuti si trova infatti al secondo piano, i soffitti sono piuttosto alti e là sotto, sul retro dell’ ospedale, in questo periodo è in corso anche lo scavo di un cantiere. La caduta, rispetto al punto a cui arrivavano le lenzuola, è stata di almeno 3-4 metri. Il rapinatore evaso non dovrebbe essere pericoloso. Le ricerche della polizia penitenziaria sono scattate immediatamente. Continueranno nei prossimi giorni, ora che la segnalazione è stata girata anche alle altre forze dell’ ordine.

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14 rapine in due settimane

31 dicembre 2007
Bari – Un rapinatore seriale. Più volte finito al fresco e mai redento. Dal giorno 14 dicembre era evaso dagli arresti domiciliari di via Porpora e, per due settimane di fila, aveva messo a segno 14 rapine. Tre colpi al giorno, escludendo le feste. Sempre armato di taglierino, sempre a volto scoperto e sempre ad istituti di credito. Ieri, però, N.A., 42 anni, pluripregiudicato per reati specifici, è stato preso a Bari dai detective della squadra Mobile della questura di Milano che da tempo erano sulle sue tracce. L’uomo si era rifugiato nel capoluogo pugliese a casa di alcuni conoscenti la cui posizione è ora al vaglio degli inquirenti. Le 14 rapine in sequenza avevano fruttato al bandito 120 mila euro.

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Anche d’oro, una gabbia resta una gabbia

L’articolo è tremendo ..

27 dicembre 2007
Prato – “La sorpresa secondo me non è tanto nell’evasione. C’è da chiedersi piuttosto perché quell’uomo ha deciso di scappare da una struttura che offre una realtà del tutto diversa dalla detenzione nuda e cruda, ma piuttosto un’opportunità di recupero, anche fisico”.
Lascia in sospeso un interrogativo pesante Fabrizio Taizzani, comandante degli agenti di polizia penitenziaria. Nel commentare la fuga da Solliccianino del 32enne pratese A. B., tra la sera della vigilia e la notte e la notte di Natale, preferisce non dilungarsi nei particolari perché forse già domani (oggi, ndc) il Provveditore dovrebbe tenere una conferenza stampa, o rilasciare una dichiarazione sui particolari della fuga. E forse sulla situazione generale del ’Gozzini’: la struttura è intitolata al padre della legge 663 dell’86 che ha introdotto misure alternative alla detenzione dei condannati in via definitiva a una pena non superiore ai tre anni.
Fatto sta che il detenuto in fuga è braccato dai carabinieri di Firenze e di Prato dopo aver aggredito, in via del Palco, un uomo per rapinargli la jeep attorno alle 13 di ieri ed essersi poi allontanato verso Montemurlo. E proprio fra Prato e Montemurlo si concentrano le ricerche.
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