Una partita di calcio e via!


18 agosto 2009
Bologna – Evasione dal Pratello. Due detenuti durante l’ora d’aria sono riusciti ad evadere domenica pomeriggio dopo aver aggredito un agente penitenziario. Sono un ragazzo ghanese di 20 anni, in carcere fino al 2017 per violenza sessuale (nel carcere minorile si può rimanere almeno fino a 21 anni) e uno slavo di 17 anni condannato per furto. La notizia è stata diffusa con una nota congiunta della Cgil e del sindacato autonomo Sappe e confermata dal comandante della polizia penitenziaria. Le due organizzazioni sindacali denunciano che l’evasione è stata possibile a causa dei lavori di ristrutturazione in corso da un paio d’anni.
Una fuga preordinata. Secondo la prima ricostruzione, i due detenuti erano in un campetto di calcio ricavato nel cortile e racchiuso da una alta gabbia di ferro, a grate e quindi scalabile con una certa facilità, soprattutto da parte di giovani agili come i due fuggitivi.
Stava ormai terminando l’ora d’aria, quando i due che hanno architettato l’azione clamorosa avrebbero richiamato l’attenzione di uno dei quattro agenti in servizio (uno dei quali in straordinario, allungando il suo turno della mattina). Gli hanno chiesto inventando una scusa di farli rientrare subito in cella. Ma una volta a tiro (gli agenti in servizio sono disarmati), i due l’hanno scaraventato contro la recinzione (la prognosi è fortunatamente di pochi giorni) e aggrappandosi alle grate della struttura che cinge il campetto da calcio, sono saliti in cima alla recinzione e si sono allontanati saltando fra i container e le impalcature che si trovano subito al di là della gabbia a grate.
Strutture presenti da quando sono iniziati i lavori di ristrutturazione, cioè un paio di anni. Finora nessuno aveva sperimentato questa via di fuga facilitata nella discesa. Saltando sopra container dei muratori e altre strutture edili, i due complici hanno guadagnato secondi preziosi prima di trovare il modo di superare anche il muro esterno in mattoni.
Gli agenti di custodia in servizio erano quattro, più un sovrintendente, numero minimo richiesto per sorvegliare i venti detenuti presenti in istituto, ora ridotti a diciotto. Da qui la denuncia di Cgil e Sappe, che denunciano come questo pericolo di fuga era stato già segnalato “a tutti i livelli dell’amministrazione penitenziaria e alle autorità cittadine”. Salvatore Bianco, segretario provinciale Cgil e Vito Serra, segretario regionale Sappe, si chiedono “come sia ammissibile che l’amministrazione penitenziaria abbia deciso di custodire diversi detenuti nella nuova struttura nonostante sia ancora un cantiere aperto? Per quali ragioni si è deciso di correre un tale rischio?”. E perché non è stato inviato “un numero adeguato di personale di polizia penitenziaria?”. Secondo il Sappe, nella nuova struttura non c’è ancora un generatore elettrico, con il rischio di blackout e problemi anche per i cancelli, tutti ad apertura elettrica.

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