Anche d’oro, una gabbia resta una gabbia


L’articolo è tremendo ..

27 dicembre 2007
Prato – “La sorpresa secondo me non è tanto nell’evasione. C’è da chiedersi piuttosto perché quell’uomo ha deciso di scappare da una struttura che offre una realtà del tutto diversa dalla detenzione nuda e cruda, ma piuttosto un’opportunità di recupero, anche fisico”.
Lascia in sospeso un interrogativo pesante Fabrizio Taizzani, comandante degli agenti di polizia penitenziaria. Nel commentare la fuga da Solliccianino del 32enne pratese A. B., tra la sera della vigilia e la notte e la notte di Natale, preferisce non dilungarsi nei particolari perché forse già domani (oggi, ndc) il Provveditore dovrebbe tenere una conferenza stampa, o rilasciare una dichiarazione sui particolari della fuga. E forse sulla situazione generale del ’Gozzini’: la struttura è intitolata al padre della legge 663 dell’86 che ha introdotto misure alternative alla detenzione dei condannati in via definitiva a una pena non superiore ai tre anni.
Fatto sta che il detenuto in fuga è braccato dai carabinieri di Firenze e di Prato dopo aver aggredito, in via del Palco, un uomo per rapinargli la jeep attorno alle 13 di ieri ed essersi poi allontanato verso Montemurlo. E proprio fra Prato e Montemurlo si concentrano le ricerche.
Tornando all’interrogativo del comandante delle ‘Fiamme Azzurre’ (così sono anche chiamate le guardie carcerarie), è un richiamo alla realtà di questa come delle altre strutture penitenziarie italiane, alle prese con falle – carenze di personale, tagli di spesa, deficit strutturali – che poi, prima o dopo, procurano danno. Oltre alla beffa di una evasione solitaria. Incruenta, per fortuna, anche se questo aspetto potrebbe suonare a doppia condanna e mettere in difficoltà gli agenti in turno quella sera. Perché ci sono già in corso un’indagine interna, amministrativa, e una penale, affidata al sostituto procuratore Luca Turco.
Riprende Taizzani: “Solliccianino ospita una quarantina di detenuti in ’regime attenuato di detenzione’. E’ una sorta di comunità terapeutica. Prevede che tutti possano intraprendere un cammino di recupero. I detenuti studiano, frequentano lezioni, si dedicano ad attività culturali, di socializzazione dopo una giornata intensa, tra studio e lavoro. L’evaso era qui da un mese circa, proveniente dal carcere. Nessun problema con lui”.
Sulla vicenda interviene anche Leo Beneduci, segretario generale di Osapp, il secondo sindacato di polizia penitenziaria, con ottomila iscritti: “L’evasione non deve sorprendere più di quanto non si consideri il fatto che Bongiovanni, in regime di detenzione attenuata, abbia operato due rapine a luglio approfittando di un permesso premio. Ma come al solito – continua l’esponente sindacale – il problema ricade sull’intera categoria che rappresentiamo, costretta a giustificarsi quando il regime detentivo esercitato in strutture come appunto Solliciano 2 e Bollate, consente misure più blande di quelle generalmente praticate”.

 

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  1. #1 di Uhuru il 14 Giugno 2011 - 16:21

    L’articolo è terribile lo so ma d’altra parte cosa ci si può aspettare da un giornalista o da uno sbirro della penitenziaria? Perchè un uomo dovrebbe scappare da una struttura tanto bella ed efficiente? Che domanda! Io invece mi chiedo: un uomo, “abituato” a vivere ubbidendo, come può capire, come può sentire il desiderio di libertà? Lui quelle emozioni ormai le ha uccise. La libertà la si conquista innnanzitutto dentro di sè. Un uomo che ha messo da parte, che ha dimenticato di essere nato libero, come può capire qualcuno che non vuole stare rinchiuso in una gabbia? Quella gabbia, anche se gliela dipingi di oro, resta sempre una gabbia! .. Avrei potuto anche riscriverlo ma.. sarà il mio amore per l’assurdo?per l’orrido?sarà semplicemente pigrizia?.. ?..secondo me vale la pena leggerlo, se non altro per avere l’ennesima conferma di quanto il nemico sia davvero stupido.. Uhuru

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