Articoli con tag rapinatore

Duplice evasione a Bollate

12 agosto 2010
Bollate – Erano le nove di ieri mattina quando Pasquale P., 35 anni, originario di Torre Annunziata, nel napoletano, condannato per rapina, e Pasquale R., anch’egli trentacinquenne, calabrese, in cella per tentato omicidio, hanno preso la fuga dal carcere di Bollate. Uno di loro ha lasciato un biglietto per la direttrice: “Mi scusi, ho problemi urgenti”. Nella struttura-modello i due avevano, assieme ad altri diciotto reclusi, un compito privilegiato: addetti alle pulizie nella caserma della polizia penitenziaria, che si trova all’interno del perimetro del penitenziario con la sala convegni e la palestra, ma al di fuori delle mura del carcere vero e proprio.
Istituto per il reinserimento dei condannati, al confine con Milano, Bollate ospita 1.100 detenuti. Tra questi, 20 godono della condizione di “sconsegnati”, cioè non sottoposti a vigilanza costante. Un gruppo ristretto di cui facevano parte anche gli evasi, da sei mesi impegnati a svolgere lavori al di fuori della cinta carceraria. Ieri, dopo l’assegnazione delle mansioni, distribuite lungo i dieci piani della torre che ospita gli alloggi del personale, i due uomini si sono dileguati. Un’assenza notata, pochi minuti più tardi, dall’unico agente di polizia penitenziaria impegnato nel controllo dei detenuti, che ha subito lanciato l’allarme.
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Si toglie le manette e scappa davanti alle telecamere

08 gennaio 2010
New York – Un tentativo di evasione degno di Houdini: lo ha messo in atto Naquan Thompson, 22enne detenuto a Staten Island (New York) con l’accusa di rapina a mano armata.
Mentre veniva trasferito verso il tribunale con altri carcerati in catene, il giovane è riuscito a liberarsi e a scappare, il tutto davanti agli obiettivi delle telecamere. La fuga è durata poco: Thompson è stato riacciuffato poco dopo: correndo si era rotto una caviglia

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Lenzuola, un muro..e via!

9 ottobre 2009
Terni – Rapinatore evaso dal carcere di Terni – Metodo classico per la fuga: lenzuola annodate per scavalcare il muro.
Intorno alle 14,30-15 durante l’ora d’aria, mentre gli altri detenuti giocavano a pallone, un albanese di circa 40 anni, in carcere per rapina, ha scavalcato un muro di cinta servendosi di lenzuoli annodati e si è calato verso la libertà lasciandosi alle spalle il carcere di Terni.
Alle ricerche partecipano unità cinofile ed elicotteri di polizia e carabinieri.

23 dicembre 2009
Terni – E’ finita dopo 74 giorni la latitanza dell’albanese di 25 anni evaso dal carcere di Terni il 9 ottobre scorso. Era in carcere per rapina, violazione della legge sulle armi, furto, lesioni ed altro, era riuscito a scappare in modo rocambolesco dal carcere umbro e aveva fatto perdere le proprie tracce. Gli uomini del nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria però, attraverso pedinamenti e intercettazioni ambientali e telefoniche, sono riusciti ad arrivare ai personaggi che coprivano la sua latitanza, sui quali tra l’altro era in corso un’indagine da parte della polizia per una serie di rapine commesse nell’hinterland milanese.
Ieri, dopo una serie di pedinamenti, gli agenti lo hanno individuato nei pressi del residence e lo hanno bloccato assieme ad altre due persone: il cugino ed un amico. Quest’ultimo al momento del fermo aveva in tasca una pistola con matricola abrasa e mezzo chilo di cocaina. I tre sono stati portati nel carcere di San Vittore. All’interno dell’appartamento in cui si nascondevano i tre, sono state recuperate altre 4 pistole, munizioni, attrezzature in dotazione alle forze di polizia e un quantitativo ingente di refurtiva, probabile provento delle rapine. Sequestrate anche 4 auto di grossa cilindrata, probabilmente rubate.

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Felice in bicicletta

31 Agosto 2009
Monza (Mi) – Catturato un uomo di 56 anni, di Cosenza, condannato per una serie di rapine e furti e per l’evasione del 21 agosto dal carcere di Monza.
Passeggiava in bicicletta, dopo essere evaso rocambolescamente dal penitenziario di Monza il 21 agosto scorso, quando è stato intercettato dagli uomini della Polizia Penitenziaria di Monza e del Nucleo Investigativo Centrale che erano sulle sue tracce dal momento dell’evasione.
Erano le 11, 40 circa del 30 agosto quando percorrendo una stradina tra le località di Callusco e Chignolo D’Isola, durante un operazione di pattugliamento congiunto tra la Polizia Penitenziaria di Monza e gli uomini del N.I.C. volta alla cattura del fuggiasco, gli agenti notavano un uomo passeggiare tranquillamente in bicicletta.  Avuta prima la percezione e successivamente la certezza che si trattava dell’evaso, fermavano ed identificavano l’uomo traendolo in arresto e riportandolo in carcere.
L’uomo si trovava recluso per i reati di rapina ed altro per i quali sarebbe dovuto rimanere in carcere fino al 2012.
È il terzo evaso catturato in un mese nell’ambito delle attività di coordinamento delle indagini attuate da parte del N.I.C. della Polizia Penitenziaria.

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Una rete da scavalcare

22 agosto 2009
Monza (Mi) – Dopo le recentissime evasioni di Bologna e Voghera, si deve registrare l’ennesima beffa. Un altro detenuto, infatti, è evaso nella giornata di ieri dalla Casa Circondariale di Monza. “Tre evasioni in pochi giorni sono davvero troppe da digerire in silenzio” afferma Angelo Urso, componente della Segreteria Nazionale della Uil Pa, dando notizia anche dell’aggressione a un agente penitenziario da parte di un detenuto nel carcere di Como. “Il detenuto evaso – riferisce il sindacato – a Monza è un extracomunitario con fine pena 2012, condannato per rapina: lavorante addetto al trasporto dell’immondizia, l’uomo ha eluso la sorveglianza di un agente mentre si trovava nella zona dell’intercinta e dopo aver scavalcato la rete che delimita l’area si è dato alla fuga”.

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Il re delle evasioni

12 marzo 2003
Fresnes (F) – Una vera e propria azione di commando ha permesso di evadere di prigione ad Antonio Ferrara, 29enne di origine italiana condannato in Francia per omicidio, rapina e associazione a delinquere. «Non mi terrete chiuso a lungo». Ed è stato di parola!
Un gruppo di complici, quattro o cinque, non hanno esitato a servirsi di un bazooka per attaccare prima dell’alba il penitenziario di Fresnes (Val-de-Marne), situato a Est di Parigi, nei pressi del celebre parco di divertimenti «DisneyWorld Europe».(foto:l’esterno della prigione di Fresnes)
Un primo gruppo ha tenuto gli agenti di custodia in servizio di guardia sulle torrette esterne del carcere sotto il fuoco di fucili d’assalto cal. 7.62 per aprirsi un varco nella recinzione lanciando razzi. Un altro gruppetto, quello degli “artificeri” ha raggiunto la cella di Ferrara, nell’ala di massima sicurezza della struttura. Secondo la ricostruzione fatta da un portavoce dell’amministrazione penitenziaria, Christophe Marques, qui attraverso le sbarre hanno passato all’italiano esplosivo sufficiente a farne saltare la porta in ferro. Infine tutti insieme si sono dileguati a bordo di un’auto che li attendeva, una potente Audi a trazione integrale.
Pare si siano serviti di tre macchine, una delle quali, una Fiat è stata abbandonata sul posto. E’ stata trovata qualche macchia di sangue nelle immediate vicinanze della cella di Ferrara, segno che qualcuno del commando è rimasto ferito nella spericolata impresa. Si è trattato di un’operazione di tipo militare, compiuta con audacia e determinazione.
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Fuga per amore..della libertà

27 aprile 2008
Milano – «Non ho idea di cosa sia successo, non ho visto niente». Quando gli agenti sono entrati nella stanza al secondo piano dell’ ospedale Fatebenefratelli, reparto blindato riservato ai detenuti, hanno trovato un solo paziente. Il secondo letto era vuoto, la finestra forzata, le lenzuola annodate che penzolavano all’ esterno. Da lì, calandosi lungo il muro e precipitando poi a terra da un’ altezza di alcuni metri, è evaso un rapinatore che doveva scontare tre anni di carcere. Non si sa se qualcuno lo stesse aspettando fuori, se la fuga fosse in qualche modo programmata. In pochi minuti è scomparso, come un fantasma nella Milano semideserta e assolata del 25 aprile. Mancavano pochi minuti alle 3 di ieri pomeriggio. La spinta a rischiare un’ impresa che sembrava disperata, dice sorridendo qualcuno, potrebbe essere l’ amore. L’uomo di 24 anni, era stato arrestato a gennaio scorso. Poco prima di finire in manette, però, si era sposato. E nel giro di qualche giorno, dopo i festeggiamenti per il matrimonio, si è ritrovato nel carcere di San Vittore, con la prospettiva di rimanerci fino all’ inizio del 2011. In cella aveva iniziato a smaniare e a dare segni di squilibrio mentale, per questo lo scorso 18 aprile è stato trasferito in psichiatria al Fatebenefratelli. All’ interno dell’ ospedale i detenuti occupano una zona supercontrollata dalla polizia penitenziaria; ieri gli agenti erano al loro posto. L’ evasione è avvenuta probabilmente durante il cambio del turno. «Stiamo cercando di ricostruire l’ esatta dinamica di quel che è accaduto», spiega Luigi Pagano, responsabile delle carceri della Lombardia. Il ragazzo è un tipo atletico, spalle larghe, agile. Questo spiegherebbe come sia riuscito a forzare una finestra molto resistente, e poi a saltare giù. Il reparto detenuti si trova infatti al secondo piano, i soffitti sono piuttosto alti e là sotto, sul retro dell’ ospedale, in questo periodo è in corso anche lo scavo di un cantiere. La caduta, rispetto al punto a cui arrivavano le lenzuola, è stata di almeno 3-4 metri. Il rapinatore evaso non dovrebbe essere pericoloso. Le ricerche della polizia penitenziaria sono scattate immediatamente. Continueranno nei prossimi giorni, ora che la segnalazione è stata girata anche alle altre forze dell’ ordine.

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14 rapine in due settimane

31 dicembre 2007
Bari – Un rapinatore seriale. Più volte finito al fresco e mai redento. Dal giorno 14 dicembre era evaso dagli arresti domiciliari di via Porpora e, per due settimane di fila, aveva messo a segno 14 rapine. Tre colpi al giorno, escludendo le feste. Sempre armato di taglierino, sempre a volto scoperto e sempre ad istituti di credito. Ieri, però, N.A., 42 anni, pluripregiudicato per reati specifici, è stato preso a Bari dai detective della squadra Mobile della questura di Milano che da tempo erano sulle sue tracce. L’uomo si era rifugiato nel capoluogo pugliese a casa di alcuni conoscenti la cui posizione è ora al vaglio degli inquirenti. Le 14 rapine in sequenza avevano fruttato al bandito 120 mila euro.

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Evaso si manteneva grazie alle rapine

7 febbraio 2007
Bollate (Mi) – Era evaso dal carcere di Bollate dopo essere stato ammesso al lavoro esterno, nel maggio 2006 e da allora – secondo la Polizia – si manteneva assaltando banche, mini-market e negozi. Cinque sono le rapine che con l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Busto Arsizio vengono contestate a un pregiudicato 40enne residente a Milano: due in banche di Saronno e Olgiate Olona (27 settembre e 17 ottobre 2006) e tre in esercizi commerciali del saronnese.
Il provvedimento è stato notificato dagli agenti di Varese – che hanno condotto le indagini -, nel carcere di San Vittore a Milano: l’uomo infatti – ricercato da tempo – è stato arrestato in un bar dai Carabinieri di Legnano. Secondo gli investigatori nel periodo successivo all’evasione si manteneva col bottino delle rapine che sono state effettuate tutte con la stessa tecnica: taglierino in pugno, volto scoperto e vestiti eleganti e un dipendente preso in ostaggio per guadagnare la via di fuga. L’uomo però ha sempre lasciato tracce come impronte digitali e immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza.

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7anni di latitanza

22 febbraio 2003
Bergamo – Un noto ricercato, evaso nel 1996 dagli Ospedali Riuniti di Bergamo, è stato arrestato a Vercelli dalla squadra mobile di Novara. Deve scontare una condanna a 21 anni e 11 mesi di carcere inflittagli dal tribunale di Vigevano per due rapine in banca e il tentato omicidio di 4 carabinieri. Si è interrotta quindi in Piemonte una latitanza lunga 7 anni, iniziata proprio quiel 24 aprile 1996, quando era fuggito dall’ospedale bergamasco dove era agli arresti domiciliari, due mesi prima della sentenza che lo avrebbe condannato come capo di una banda specilizzata in rapine in banca. Oltre ad altri colpi in Lombardia, l’uomo era accusato di aver compiuto due rapine nella nostra provincia, una in città nell’ottobre del 1994, l’altra a Lallio tre mesi prima. Dopo una vita spericolata, fatta di tanti colpi in banca, per alcuni dei quali era già stato condannato, dopo un tentativo di evasione dal carcere milanese di Opera sventato all’ultimo momento da un secondino, il bandito era riuscito a scappare dai Riuniti con una certa facilità: semplicemente si era infilato i vestiti e, probabilmente approfittando dell’orario di visita, aveva lasciato il reparto di medicina senza lasciare tracce. Nessuno lo piantonava, non era previsto. Della fuga si era accorto il medico di guardia del reparto: in ospedale era ricoverato per un tumore. Aveva tentato più volte di farcisi ricoverare, appellandosi alla clemenza dei giudici.

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