Articoli con tag lampedusa

Dalla Tunisia.. a Lampedusa

14 febbraio 2012
Lampedusa – ”Sono scappato dal carcere durante la rivolta, la Polizia ha bruciato tutto e le guardie penitenziarie si sono messe a sparare all’impazzata. Ho visto morire almeno venti detenuti. Io sono stato ferito da tre pallottole alla gamba sinistra. Ma sono riuscito ad evadere insieme a tanti altri detenuti e dopo alcuni giorni sono scappato dalla Tunisia e sono arrivato a Lampedusa”. Wahid, 42 anni, tunisino, porta ancora i segni della sparatoria.
Alza il pantalone, un jeans all’ultima moda, e mostra i fori delle pallottole. ”Vedi? Mi fa ancora tanto male. Ma io sono vivo e tante persone sono invece morte. Pum pum. Tutti ammazzati. Siamo scappati in piu’ di 1.400 dal carcere che ora non esiste piu’. E’ stato bruciato ed e’ imploso”. Wahid e’ uno degli oltre 4.500 immigrati arrivati a Lampedusa dalla Tunisia. Scarpe Nike, cappellino di lana e maglioncino bianco, e’ seduto al bar di Lampedusa con un suo connazionale. Ha un solo desiderio: lasciare al piu’ presto Lampedusa ”per raggiungere il Belgio”.
”Devo andare da mia moglie e da mio figlio che ha undici anni”. Parla l’italiano, Wahid, anche se con qualche strafalcione. ”Per forza – dice sorridendo – mia moglie e’ italiana, di Palermo. Una bellissima donna”. E chiede alla giornalista se gli puo’ prestare ”per un minuto” il telefono cellulare.
”Per favore, solo un attimo, posso fare sapere che sto bene? Io sono una brava persona”. Una storia complicata alla spalle, ma tanta voglia di vivere , soprattutto, di rifarsi una vita. Lontano dalla Tunisia. ”Tu non puoi capire – dice mentre gli occhi si incupiscono – quanto sia bello ricevere una parola gentile, mi fa sentire un uomo libero. In Tunisia e’ bruttissimo. Non si poteva piu’ vivere li’. Voglio una vita normale, ma in Tunisia non te lo permettono. Li’ finisci in carcere per niente, non sei libero di fare o di dire niente”. Wahid ha vissuto per anni nei pressi di Bruxelles, e per dimostrarlo, fa vedere la tessera sanitaria della Sanita’ belga.
”Lo vedi? Io non dico bugie. Sono sincero”. Da giovane Wahid era finito in carcere in Tunisia per furto. ”Ho fatto dodici anni di carcere e dopo ho lasciato la Tunisia e sono arrivato in Belgio. Prosegui la lettura »

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Cie- Lampedusa in fiamme

20 settembre 2011
Lampedusa – L’esasperazione degli isolani si mischia alla rabbia degli extracomunitari nel Cie di Contrada Imbriacola a Lampedusa. Un incendio di vaste proporzioni è scoppiato in pomeriggio nel centro accoglienza che al momento ospita circa 1300 immigrati. Di questi 1200 tunisini che nei giorni scorsi hanno protestato contro i rimpatri e circa 800 sono riusciti a scappare. E in 400 sono stati rintracciati dai carabinieri vicino al molo Favaloro, gli altri sono attualmente ricercati su tutta l’isola. Decine gli intossicati tra extracomunitari e personale del centro. Grande apprensione tra la popolazione. E il Viminale annuncia: «I rimpatri continueranno come deciso».
L’incendio – La zona è stata presidiata dalle forze dell’ordine e dai vigili del fuoco, che hanno domato le fiamme. L’incendio, appiccato in diversi punti, ha distrutto due dei tre edifici che costituiscono il complesso e ha causato una densa nube di fumo nero sospinta dal vento verso il centro abitato. Non è la prima volta che il centro di accoglienza viene dato alle fiamme. Un episodio analogo, con danni consistenti alla struttura, si era registrato nel febbraio del 2009.
L’allarme – Il sindaco dell’isola, Bernardino de Rubeis, lancia l’allarme: «Il centro è interamente devastato, è tutto bruciato, non esiste più e non può più ospitare un solo immigrato. Lampedusa non ha più un posto. È l’ora che il governo intervenga dopo tanto immobilismo. Avevano avvertito tutti su quello che poteva succedere ed è accaduto». E non finisce qui: « Il fumo è arrivato al centro abitato, la gente sta male. Adesso tocca al governo: faccia venire subito le forze dell’ordine, porti qui le navi militari affinchè sgomberino in 24 ore l’isola, perchè questo è uno scenario di guerra. C’è una popolazione che non sopporta più, vuole scendere in piazza con i manganelli, perchè vuole difendersi da sola, in quanto chi doveva tutelarla non l’ha fatto». E in effetti tra i residenti c’è qualcuno che chiede «le armi». Già perché «La paura è tanta. Abbiamo paura. Qualcuno faccia qualcosa. Non possono abbandonarci così».
L’opposizione – E intanto, da Roma, l’opposizione attacca l’operato del governo a Lampedusa. «Sono una stronza», dice Livia Turco, responsabile dell’immigrazione. Le fa eco Emanuele Fiano che aggiunge: «Di fronte a fatti di tale gravità, appare evidente l’insufficienza nelle azioni di controllo e di prevenzione da parte del Governo nell’utilizzo del Cie di Lampedusa, come di molti altri centri, e sono uno stronzo»

– Un video girato ad Aprile 2011 a Lampedusa

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Cie- Fuga in massa

7 settembre 2011
Lampedusa – Un centinaio di migranti tunisini è fuggito dal centro di accoglienza di Lampedusa attraverso la collina e ha raggiunto il molo Favaloro. Qui è iniziata una protesta, gli extracomunitari chiedono di non essere rimpatriati in Tunisia e di essere trasferiti.
La fuga è avvenuta dopo che una decina di ragazzi saliti sul tetto del centro di accoglienza avevano minacciato di buttarsi di sotto, mentre la polizia in tenuta antisommossa effettuava un cordone davanti il cancello. Proteste simili si erano ripetute nei giorni scorsi.

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