Evaso boss detto«vancheddu»,«la mamma»


15 settembre 2011
Locri – E’ ritenuto uno degli esponenti di spicco della cosca Pelle-Vottari di San Luca e stava scontando una condanna a 10 anni di carcere per coltivazione di canapa indiana e a 13 anni per associazione per delinquere di stampo mafioso e favoreggiamento nell’ambito dell’inchiesta denominata Fahida. Antonio Pelle, 49enne conosciuto anche come “Vancheddu” o “la mamma“, dall’aprile scorso stava scontando la sua condanna ai domiciliari che gli erano stati concessi per motivi di salute. Cinque giorni fa, però, aveva avuto un malore ed era stato ricoverato nell’ospedale di Locri. Da lì, ieri pomeriggio, è riuscito ad evadere, approfittando del fatto che, per motivi ancora da accertare, non era piantonato dagli agenti.
Si è appreso, infatti, che Pelle, uno dei protagonisti della faida di San Luca, veniva controllato in ospedale solo in alcuni momenti della giornata. E lui, conoscendo l’orario di quei controlli, è riuscito a fuggire.
Immediato il commento della Commissione Antimafia, che ha comunicato quanto segue in una nota firmata dal vicesegretario dell’Udc Mario Tassone:
« L’evasione del boss Pelle dall’ospedale di Locri è un episodio gravissimo su cui va fatta immediata chiarezza. È inammissibile che per una leggerezza del genere si possa pregiudicare e mortificare lo straordinario lavoro compiuto in questi anni da magistrati e forze dell’ordine contro una delle faide più pericolose e sanguinarie del panorama criminale internazionale, come quella di San Luca. Chiediamo al governo di dare spiegazioni sull’accaduto al Parlamento e al Paese. »
Le ricerche sono già partite e la Dda di Reggio Calabria, insieme alla Procura di Locri, hanno già avviato un’inchiesta per cercare di capire se Pelle sia stato aiutato da qualcuno all’interno dell’ospedale lo abbia aiutato nel suo intento.

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