Archivio Marzo 2012
Evadono dal carcere ma restano senza benzina
Scritto da Uhuru in Evasioni dal Carcere il 25 Marzo 2012
25 marzo 2012
Palermo – La loro fuga è terminata sulla statale di Buonfornello, dopo che per un giorno hanno messo sotto scacco le forze dell’ordine. Avevano calcolato tutto, tranne che per scappare con un’auto avrebbero avuto bisogno della benzina. E’ durata quasi una giornata intera la fuga dei due ragazzi – uno di 17 anni, l’altro di 20 – evasi stamattina dal carcere minorile Malaspina. La polizia stradale li ha fermati a Buonfornello, tra Termini Imerese e Cefalù, mentre camminavano sulla statale dopo avere abbandonato l’auto rubata per allontanarsi dall’istituto di pena. Sembra che nella vettura fosse terminato il carburante. La polstrada li cercava da stamattina, ha visto la macchina parcheggiata e poco distante i ragazzi: un palermitano in carcere per rapina che sarebbe stato scarcerato l’anno prossimo e uno straniero che avrebbe dovuto scontare ancora 8 anni. A breve sarebbe stato trasferito nel carcere per adulti. I due erano riusciti ad evadere dal Malaspina grazie ad un foro praticato su una parete, dietro ad un termosifone. Avrebbero raggiunto un cortile interno al penitenziario, sarebbero saliti su un muro di cinta e da lì si sarebbero calati da una altezza di sei-sette metri. Poi erano saliti a bordo di una punto verde metallizzata, rubata vicino all’istituto di via Malaspina, e per l’intera giornata avevano cercato di aggirare i posti di blocco tra Palermo e Bagheria di polizia e carabinieri, oltre a sfuggire al controllo dall’alto di un elicottero della questura.
Bloccato prima di scavalcare l’ultimo muro
Scritto da Uhuru in Tentativi di evasione il 13 Marzo 2012
13 marzo 2012
Ragusa – Domenica 11 marzo, per l’intervento di un agente della polizia penitenziaria, è stata impedita l’evasione di un detenuto dal carcere di Ragusa.
Tutto è accaduto in pochi minuti: il detenuto italiano, durante l’ora d’aria, approfittando dei livelli minimi di sicurezza per la consistente carenza di poliziotti, ha scavalcato i muri del cortile passeggi (compresa la rete metallica che era rotta) e si è incamminato nell’intercinta. Si è quindi nascosto dentro un piccolo casotto in attesa del momento opportuno per scavalcare il muro di cinta.
Uno degli agenti si è però accorto che mancava un detenuto rispetto a quelli contati all’inizio dell’ora d’aria e ha dato subito l’allarme; le immediate ricerche hanno permesso di bloccare l’uomo. Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, «questo grave episodio conferma ancora una volta le gravi criticità del sistema carcere. La situazione penitenziaria è sempre più incandescente come confermano drammaticamente i gravi episodi accaduti nelle ultime ore nelle carceri italiane; i continui tentativi di evasione e le evasioni vere e proprie».
Prendono una guardia e tentano la fuga
Scritto da Uhuru in Tentativi di evasione il 13 Marzo 2012
13 marzo 2012
Gorizia – Aggrediscono una guardia penitenziaria, la trascinano in una cella e rubano un mazzo di chiavi. Tentata evasione domenica nel carcere di Gorizia. I protagonisti di questa tentata fuga sono accusati di aver compiuto i due fatti di sangue più eclatanti ed efferati avvenuti negli ultimi tempi in Friuli Venezia Giulia. Uno è considerato l’esecutore materiale dell’ omicidio di Giovanni Novacco, di 23 anni, bruciato il 25 agosto dopo una notte di sevizie, l’altro è ritenuto l’omicida di Eugen Melinte, avvenuto nella notte tra lunedì e martedì della settimana scorsa dopo un diverbio. Subito dopo, i tre detenuti sono stati sistemati in celle di isolamento per motivi precauzionali. Sul caso è stata aperta una indagine interna che mira a ricostruire nel dettaglio la dinamica del tentativo di evasione. In giornata, inoltre, il Consiglio di disciplina (costituito dal direttore del carcere, Irene Iannucci, un educatore, uno psicologo e un sanitario) dovrà decidere se i tre dovranno permanere in regime di isolamento. C. e C. hanno aggredito una guardia penitenziaria e l’hanno trascinata in una cella colpendola ripetutamente per strapparle il mazzo di chiavi. L’agente sarebbe riuscito a chiudersi in una cella lasciando all’esterno i tre e chiamando altre guardie che li hanno immobilizzati. L’agente avrebbe fatto ricorso alle cure mediche avendo riportato ferite, non gravi. G.C. e M.C. erano compagni di cella nel carcere di Gorizia. Secondo quanto si è appreso, la magistratura non avrebbe disposto divieto di incontro specifico fra i due detenuti, accusati di omicidio, all’interno del penitenziario. D’altronde, la condizione di sovraffollamento nel carcere sembra non consentisse altra possibilità di sistemazione.
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